Un pensiero su Le Fil(le) Rouge di Marco Onofri
Un pensiero sul progetto di Marco Onofri, fotografo
Bianco. C’è del bianco nella ricerca Le Fil(le) Rouge di Marco Onofri. C’è una sensazione di leggerezza in quelle braccia esili che si muovono nell’aria. C’è del bianco. Lo posso vedere in più parti della composizione. E lo posso ritrovare dentro di me, quando chiudo gli occhi e sento quel senso di pace che solo il librarsi in un abbraccio sicuro può dare.
C’è anche del nero nella ricerca di Onofri, fotografo che in altre occasioni ha raccontato il conflitto di una formalità che va oltre se stessa. Formalità che, non di rado, torna sui propri passi dopo aver giocato con l’osservatore, per restare sospesa su un piano meno concettuale e più essoterico.
Il nero, nella ricerca Le Fil(le) Rouge, è per me la forza creatrice del bianco stesso. È il confine che con grazia rafforza e determina quel corpo che volteggia in modo deciso e tremendamente armonico.
Il rosso, in questo palco, è una virgola satinata che coglie il mio sguardo e lo porta a volere di più. Più vicino. Ancora.
(Clicca qui per vedere il progetto completo di Le Fil(le) Rouge)
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