Tutela delle fotografie online: intervista all’Avv. Vercellotti

Come tutelare le fotografie online

Le fotografie che scattiamo e pubblichiamo online possono facilmente finire ovunque, esponendoci al rischio di utilizzi inappropriati. Come fotografi, è importante capire come proteggere legalmente il nostro lavoro per evitare spiacevoli sorprese.

Oggi ne parliamo con l’Avvocato Alessandro Vercellotti, esperto di diritto del digitale. Grazie alla sua esperienza, potremo chiarire i dubbi più comuni sul copyright delle immagini e scoprire quali accorgimenti adottare per tutelare i nostri diritti, senza troppi giri di parole.

Ecco cosa ci ha raccontato l’Avvocato Vercellotti

Avvocato Vercellotti, ci spieghi la differenza tra diritti d’autore e copyright nelle immagini? Perché per noi fotografi è importante conoscere questa distinzione?

La differenza principale tra diritti d’autore e copyright riguarda la tradizione giuridica in cui questi concetti si sono sviluppati. Il diritto d’autore è proprio dei sistemi di civil law, come quello italiano, mentre il copyright è tipico dei sistemi di common law, come quello statunitense o britannico.

In Italia, la legge sul diritto d’autore (Legge 22 aprile 1941, n. 633) tutela sia i diritti morali che i diritti patrimoniali delle opere creative, comprese le fotografie. I diritti morali proteggono il legame personale tra l’autore e la sua opera. Comprendono il diritto alla paternità (essere riconosciuto come autore), il diritto all’integrità (opporsi a modifiche che possano danneggiare la reputazione dell’autore), il diritto di inedito (decidere se e quando pubblicare l’opera) e il diritto di ritiro (ritirare l’opera dal commercio per gravi ragioni morali). Questi diritti sono inalienabili, irrinunciabili e senza limiti di tempo.

I diritti patrimoniali, invece, riguardano lo sfruttamento economico dell’opera. Comprendono, tra gli altri, il diritto di pubblicazione, riproduzione, trascrizione, esecuzione, rappresentazione, comunicazione al pubblico, distribuzione, elaborazione e traduzione. Questi diritti durano tutta la vita dell’autore e fino a 70 anni dopo la sua morte, dopodiché l’opera entra nel pubblico dominio. A differenza dei diritti morali, i diritti patrimoniali possono essere trasferiti o concessi in licenza a terzi.

Nei paesi di common law, invece, il copyright si riferisce principalmente ai diritti patrimoniali, cioè alla possibilità di riprodurre, distribuire, modificare l’opera e trarne un profitto. Storicamente, i diritti morali non erano esplicitamente riconosciuti in questi sistemi, anche se più recentemente hanno trovato tutela grazie a trattati internazionali come la Convenzione di Berna.

Per noi fotografi, conoscere questa distinzione è importante per capire come tutelare al meglio le nostre opere, sia in Italia che all’estero. Nel nostro paese, siamo automaticamente titolari di tutti i diritti d’autore sulle nostre fotografie creative, sia morali che patrimoniali. Questo ci permette di controllare l’utilizzo e lo sfruttamento economico delle nostre immagini, oltre a vederci riconosciuta la paternità e l’integrità delle stesse.

Quando operiamo in contesti internazionali, è bene informarsi sulle specifiche normative dei paesi in cui pubblichiamo le nostre foto. Nei paesi di common law, potremmo dover fare affidamento principalmente sulla tutela del copyright, cioè dei diritti patrimoniali, mentre la tutela dei diritti morali potrebbe essere più limitata.

Quali strategie legali consiglia ai fotografi per proteggere le proprie immagini quando le pubblicano online e prevenire l’uso non autorizzato?

La prima cosa da fare è apporre sulle fotografie un chiaro avviso di copyright, che includa il nome dell’autore e l’anno di creazione dell’opera. Questo può essere fatto inserendo una filigrana o un watermark sull’immagine stessa, oppure includendo una didascalia o una nota nei metadati del file. L’avviso di copyright serve a informare gli utenti che l’immagine è protetta e non può essere utilizzata senza autorizzazione.

Un’altra strategia efficace è quella di pubblicare le fotografie in bassa risoluzione o con delle limitazioni tecniche che ne impediscano il facile riutilizzo. Ad esempio, si possono utilizzare script che disabilitano il tasto destro del mouse o che impediscono il drag and drop dell’immagine. Anche se questi accorgimenti non sono infallibili, scoraggiano l’uso improprio da parte degli utenti meno esperti.

Quando si pubblicano le foto sui social network o su altre piattaforme online, è importante leggere attentamente i termini di servizio e configurare correttamente le impostazioni sulla privacy. Molti social, infatti, si riservano il diritto di utilizzare le immagini caricate dagli utenti per propri scopi commerciali o pubblicitari. Scegliendo le impostazioni più restrittive sulla condivisione e sull’utilizzo delle opere, si può limitare questo rischio.

Per le immagini più importanti o di maggior valore commerciale, può essere opportuno registrare formalmente il copyright presso gli enti preposti, come il Registro Pubblico Generale delle Opere Protette (RPGOP) in Italia o lo U.S. Copyright Office negli Stati Uniti. La registrazione non è obbligatoria, ma fornisce una prova legale della paternità dell’opera e può semplificare le eventuali azioni di tutela in caso di violazione.

Un’altra strategia consigliata è quella di concedere esplicitamente le autorizzazioni all’uso delle proprie fotografie attraverso licenze chiare e standardizzate, come le licenze Creative Commons. Indicando in modo inequivocabile quali usi sono consentiti e quali no, si riducono le ambiguità e si favorisce un utilizzo corretto delle immagini da parte degli utenti.

Infine, è fondamentale monitorare costantemente la rete per individuare eventuali usi non autorizzati delle proprie fotografie. Esistono diversi strumenti e servizi, anche gratuiti, che permettono di effettuare ricerche per immagini e di ricevere notifiche quando una propria foto viene utilizzata online. In caso di violazione, è importante agire tempestivamente, contattando il responsabile e chiedendo la rimozione dell’immagine o, se necessario, ricorrendo a diffide legali o azioni giudiziarie.

Nessuna strategia di protezione è infallibile al 100%, ma adottando un approccio multilivello e rimanendo vigili è possibile ridurre significativamente i rischi di uso improprio delle proprie fotografie online. 

In che modo le licenze Creative Commons possono aiutare i fotografi a gestire i diritti sulle proprie immagini? Quali sono i vantaggi e i limiti di queste licenze?

Le licenze Creative Commons sono uno strumento molto utile per i fotografi che vogliono condividere le proprie immagini online, mantenendo il controllo sui diritti d’autore. Queste licenze, infatti, permettono di definire in modo chiaro e standardizzato quali usi delle fotografie sono consentiti e quali no, semplificando la gestione dei diritti per l’autore e l’utilizzatore.

Il principale vantaggio delle licenze Creative Commons è la flessibilità. Esistono sei diverse licenze CC, che vanno dalla più permissiva (CC BY), che consente qualsiasi uso dell’opera purché sia attribuita la paternità all’autore, alla più restrittiva (CC BY-NC-ND), che consente solo l’uso non commerciale dell’opera, senza possibilità di modifiche. Scegliendo la licenza più adatta alle proprie esigenze, il fotografo può decidere esattamente come e a quali condizioni le sue immagini possono essere utilizzate.

Un altro vantaggio delle licenze CC è la semplicità di utilizzo. Queste licenze, infatti, sono scritte in un linguaggio comprensibile anche ai non addetti ai lavori e sono accompagnate da icone intuitive che ne riassumono le caratteristiche principali. Questo le rende facilmente interpretabili sia dagli autori che dagli utilizzatori delle opere, riducendo le ambiguità e i fraintendimenti.

Inoltre, le licenze Creative Commons sono ampiamente riconosciute e utilizzate a livello internazionale. Questo significa che, applicando una licenza CC alle proprie fotografie, il fotografo può essere ragionevolmente certo che i suoi diritti saranno compresi e rispettati anche al di fuori del proprio paese.

Tuttavia, è importante essere consapevoli anche dei limiti delle licenze Creative Commons. In primo luogo, queste licenze non sostituiscono il diritto d’autore, ma si basano su di esso. Questo significa che, scegliendo una licenza CC, il fotografo non rinuncia ai suoi diritti, ma ne consente alcuni usi specifici. Se un utilizzatore viola i termini della licenza, il fotografo può comunque far valere i suoi diritti d’autore nelle sedi opportune.

Inoltre, le licenze Creative Commons sono irrevocabili. Una volta che un’opera è stata pubblicata con una licenza CC, non è possibile cambiare idea e “ritirare” la licenza. Questo significa che il fotografo deve essere ben sicuro della sua scelta prima di applicare una licenza CC alle sue immagini.

Infine, è importante notare che le licenze Creative Commons non sono adatte a tutte le situazioni. Ad esempio, se un fotografo vuole concedere in esclusiva i diritti di utilizzazione di una sua immagine a un cliente o a un editore, dovrà utilizzare un contratto di licenza personalizzato, non una licenza CC.

In generale, quindi, le licenze Creative Commons sono uno strumento molto utile per i fotografi che vogliono condividere le proprie immagini online, mantenendo un certo controllo sui diritti d’autore. Grazie alla loro flessibilità, semplicità e riconoscibilità internazionale, queste licenze possono semplificare notevolmente la gestione dei diritti, favorendo al contempo la diffusione e l’utilizzazione delle opere.

Se un fotografo scopre che le sue immagini sono state utilizzate senza permesso, quali passi dovrebbe intraprendere? Quali sono le opzioni legali disponibili in questi casi?

Scoprire che le proprie immagini sono state utilizzate senza permesso può essere una situazione molto frustrante per un fotografo. Tuttavia, è importante non farsi prendere dal panico e agire in modo razionale e strategico per tutelare i propri diritti.

La prima cosa da fare è raccogliere tutte le prove dell’utilizzo non autorizzato. Questo include screenshoot delle pagine web in cui compare l’immagine, copie di eventuali pubblicazioni o materiali promozionali che la riproducono, e qualsiasi altra documentazione che possa dimostrare l’uso improprio. È importante anche annotare le date in cui si è riscontrata la violazione.

Dopo di che, noi consigliamo di agire per gradi. Lo so, sono un avvocato, ma sono il primo a dire che intraprendere un’azione legale è l’ultima cosa da fare. 

Il primo tentativo da fare è contattare direttamente il responsabile dell’utilizzo non autorizzato, informandolo della violazione e chiedendo la rimozione immediata dell’immagine. In molti casi, soprattutto se si tratta di un uso online, questa semplice azione può risolvere il problema.

Se il responsabile non risponde o si rifiuta di rimuovere l’immagine, il fotografo può inviare una diffida formale, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC. Nella diffida, il fotografo dovrebbe indicare chiaramente i diritti d’autore violati, fornire le prove dell’utilizzo non autorizzato e richiedere la cessazione immediata della violazione, oltre all’eventuale risarcimento dei danni subiti.

Se anche la diffida non ottiene risultati, il fotografo può valutare di intraprendere un’azione legale. In questo caso, è fondamentale affidarsi a un avvocato esperto in diritto d’autore, che possa consigliare la strategia migliore in base alle circostanze specifiche.

Le opzioni legali disponibili includono:

  1. L’azione civile per violazione del diritto d’autore: il fotografo può citare in giudizio il responsabile dell’utilizzo non autorizzato, chiedendo il risarcimento dei danni patrimoniali e morali subiti. In sede civile, è possibile ottenere anche un’ingiunzione che ordini la cessazione della violazione e la rimozione delle immagini.
  2. La denuncia penale per violazione del diritto d’autore: in Italia, la violazione del diritto d’autore è un reato punibile con la multa e la reclusione. Se la violazione è particolarmente grave o se il responsabile ha agito a scopo di lucro, il fotografo può sporgere una denuncia penale, che sarà poi eventualmente perseguita dal pubblico ministero.
  3. La procedura di notice and takedown: se l’immagine è stata utilizzata su una piattaforma online (ad esempio un social network o un sito di condivisione), il fotografo può inviare una segnalazione al provider, chiedendo la rimozione del contenuto illecito in base alla normativa sul commercio elettronico.

È importante notare che le azioni legali possono essere lunghe e costose, quindi è sempre consigliabile cercare prima una soluzione stragiudiziale, attraverso il dialogo e la negoziazione. Tuttavia, in alcuni casi, il ricorso all’autorità giudiziaria può essere l’unica opzione per ottenere giustizia e un adeguato risarcimento.

Come influisce il diritto d’autore sulle immagini modificate? Un fotografo può rivendicare i diritti su una foto originale che è stata significativamente alterata da altri?

La questione di come il diritto d’autore si applichi alle immagini modificate è piuttosto complessa e dipende da diversi fattori, tra cui l’entità e la natura delle modifiche apportate.

In linea di principio, il diritto d’autore tutela l’opera originale e creativa dell’autore, non la sua idea o il suo soggetto. Questo significa che, se qualcuno modifica un’immagine in modo significativo e creativo, dando vita a un’opera nuova e originale, potrebbe rivendicare un diritto d’autore autonomo sull’opera derivata.

Tuttavia, questo non significa che il fotografo perda i suoi diritti sull’immagine originale. Il diritto d’autore sull’opera originale e quello sull’opera derivata coesistono, e per utilizzare legittimamente l’opera derivata è necessario avere il consenso di entrambi i titolari dei diritti.

La questione fondamentale, quindi, è capire quando una modifica è abbastanza significativa e creativa da dar vita a un’opera derivata tutelabile autonomamente. Purtroppo, non esiste una risposta univoca e predefinita a questa domanda: ogni caso deve essere valutato singolarmente, tenendo conto di diversi fattori.

In generale, modifiche minori come ritagli, aggiustamenti di colore o contrasto, applicazione di filtri standard, non sono considerate sufficienti a creare un’opera derivata. In questi casi, il fotografo mantiene pieni diritti sull’immagine, e può opporsi all’utilizzo non autorizzato della stessa, anche se modificata.

Al contrario, modifiche sostanziali che alterano significativamente l’aspetto, il messaggio o lo stile dell’immagine originale potrebbero dar vita a un’opera derivata. Ad esempio, se qualcuno utilizza una foto come base per un collage, un’illustrazione o un’opera d’arte digitale, aggiungendo molti elementi nuovi e originali, potrebbe rivendicare un diritto d’autore sull’opera risultante.

Tuttavia, anche in questi casi, il fotografo mantiene i suoi diritti sull’immagine originale e può opporsi all’utilizzo non autorizzato della stessa. Inoltre, se l’opera derivata è stata realizzata senza il consenso del fotografo, quest’ultimo potrebbe agire per violazione del diritto d’autore, chiedendo la rimozione dell’opera derivata e il risarcimento dei danni.

È importante notare che alcune eccezioni al diritto d’autore, come il diritto di citazione o la parodia, possono consentire l’utilizzo di immagini protette senza il consenso del titolare dei diritti, a determinate condizioni. Tuttavia, queste eccezioni sono solitamente interpretate in modo restrittivo e devono essere valutate caso per caso.

In definitiva, se un fotografo scopre che una sua immagine è stata significativamente modificata senza il suo consenso, dovrebbe innanzitutto valutare l’entità e la natura delle modifiche, possibilmente con l’aiuto di un esperto in diritto d’autore. Se ritiene che i suoi diritti siano stati violati, può intraprendere le azioni opportune, come contattare il responsabile dell’utilizzo non autorizzato, inviare una diffida o, nei casi più gravi, procedere legalmente.

Considerate che il diritto d’autore è uno strumento flessibile, che mira a bilanciare gli interessi dei creatori con quelli della collettività. Mentre è importante tutelare i propri diritti, è altrettanto importante essere aperti al dialogo e alla collaborazione, soprattutto in un contesto come quello digitale, dove la creatività è spesso il frutto di uno scambio e di una rielaborazione continua di idee e contenuti.

Quali sono le sfide principali che i fotografi affrontano quando cercano di proteggere le loro immagini in un contesto internazionale? Ci sono trattati o leggi internazionali che dovrebbero conoscere?

La tutela delle immagini in un contesto internazionale può presentare diverse problematiche per i fotografi, soprattutto a causa delle differenze tra le leggi sul diritto d’autore dei vari paesi.

Una delle principali difficoltà è data dalla natura stessa di Internet, che permette una diffusione rapida e globale dei contenuti, rendendo molto difficile controllare l’uso delle proprie immagini una volta che sono state pubblicate online. Un fotografo italiano, ad esempio, potrebbe scoprire che le sue foto sono state utilizzate senza permesso da un sito web con sede in un altro paese, soggetto a una normativa diversa.

Tuttavia, esistono alcuni importanti trattati internazionali che forniscono una base comune per la tutela del diritto d’autore a livello globale, e che tutti i fotografi dovrebbero conoscere.

Il più importante di questi è la Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche, adottata nel 1886 e oggi ratificata da quasi tutti i paesi del mondo. La Convenzione stabilisce il principio del trattamento nazionale, secondo cui le opere provenienti da uno dei paesi aderenti devono ricevere in tutti gli altri la stessa protezione accordata alle opere dei cittadini nazionali.

Inoltre, la Convenzione sancisce alcuni principi fondamentali del diritto d’autore, come la tutela automatica delle opere senza formalità (come la registrazione), la durata minima della protezione (tutta la vita dell’autore più 50 anni), e il riconoscimento di alcuni diritti morali inalienabili, come il diritto alla paternità dell’opera.

Un altro trattato importante è l’Accordo TRIPs (Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights), adottato nel 1994 nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. L’Accordo TRIPs stabilisce alcuni standard minimi per la tutela della proprietà intellettuale a livello mondiale, compreso il diritto d’autore sulle opere fotografiche, e prevede meccanismi di risoluzione delle controversie tra gli Stati aderenti.

Oltre a questi trattati, i fotografi che operano a livello internazionale dovrebbero familiarizzare con le leggi sul diritto d’autore dei paesi in cui pubblicano e utilizzano le loro immagini. Mentre i principi di base sono spesso simili, possono esserci differenze significative riguardo a aspetti come le eccezioni al diritto d’autore, la gestione collettiva dei diritti, o le procedure di enforcement.

In caso di violazioni transfrontaliere del diritto d’autore, può essere necessario ricorrere a strumenti di cooperazione giudiziaria internazionale, come il Regolamento (UE) n. 1215/2012 (Bruxelles I) sulla competenza giurisdizionale e il riconoscimento delle decisioni in materia civile e commerciale, o alla Convenzione dell’Aja sulla scelta del foro del 2005.

Tuttavia, data la complessità della materia, il consiglio è sempre quello di affidarsi a un avvocato esperto in diritto d’autore internazionale, che possa fornire un’assistenza mirata in base alle circostanze specifiche del caso.

Conoscere i principali trattati e le norme applicabili nei vari paesi è un primo passo fondamentale per tutelare i propri diritti. Combinando questa conoscenza con l’uso di strategie pratiche come il watermarking, le licenze chiare e il monitoraggio costante, i fotografi possono difendere efficacemente il loro lavoro creativo anche nell’era digitale globale.

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