Un fotografo dovrebbe conoscere i dati del proprio sitoweb? Intervista a Francesco Gavello

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Come molti dei miei lettori sanno, oltre a dedicarmi alla critica fotografica con pensieri e interviste che spesso riporto anche qui nel blog, nel mio lavoro di tutti i giorni mi occupo di web marketing. Sono una creative strategist e una formatrice e quello che faccio è unire ‘creatività’ e ‘analisi’ per aiutare le persone e le aziende a essere presenti online in modo strategico.

Scrivo questa premessa perché ultimamente, molti fotografi mi contattano per avere un parere sul proprio sito web. Siti con fotografie incredibili, uno storytelling funzionale ed efficace, ma – spesso, sono sitiweb fai-da-te senza una struttura definita, con menù e pagine proposte in modo disordinato. Nell’ottica di utilizzare il proprio sito web per promuoversi, farsi conoscere, e trovare nuovi clienti, credo sia importante che anche i fotografi inizino a prendere consapevolezza che non è solo la qualità delle fotografie a determinare o meno l’acquisizione di un nuovo cliente.

Sia chiaro, niente in contrario al sito fai-da-te se creato con attenzione e cura anche con i CMS gratuiti più famosi come WordPress e Joomla!, ma perché limitarsi a questo se con piccoli accorgimenti ulteriori possiamo fare davvero la differenza?

Nell’articolo di oggi voglio concentrarmi sul perché sia importante imparare a ‘leggere’ i dati del nostro sito per conoscere quello che i visitatori – e quindi i possibili clienti – fanno quando accedono al nostro sito. Acquisire le nozioni base per aiutarsi nell’analisi di statistiche o di Google Analytics non è impossibile.

Ho chiesto a Francesco Gavello, imprenditore e consulente sul web e i nuovi media, di contribuire a fare un po’ di chiarezza proprio sul tema della web analysis. Francesco è un professionista incredibile e nelle prossime righe potrete trovare alcuni spunti per approfondire il tema. Partiamo:

 

La maggior parte dei fotografi ha un sito internet, ma sono in pochi a conoscere quello che i visitatori, e quindi i possibili clienti, fanno all’interno del sito. Perché secondo te è importante che un fotografo sappia ‘leggere’ le statistiche del proprio sito (se necessario affidandosi a un consulente)?

francesco-gavelloCiao Elisa, è un piacere essere qui!

Talvolta si considera l’attività di web analysis come un utile extra. Qualcosa che, in sostanza, capita agli altri 🙂 e che non incide più di tanto sul successo di un’attività. Niente di più sbagliato. Semplicemente averlo, un sito web, non cambia granché. Abbiamo bisogno di valutare il risultato dei nostri sforzi. Di capire se la proposta di contenuti che stiamo offrendo al nostro prossimo potenziale cliente è vincente o sottotono. Di motivare le nostre scelte, numeri alla mano.

In questo, un’attenta fase di analisi dei dati di traffico fa davvero la differenza.

 

Le fotografie valgono più di mille parole, ma è anche vero che un sito poco ottimizzato può essere molto scoraggiante per un possibile cliente. Quali dati sono i dati più allarmanti che si possono vedere in Google Analytics? E in che modo un fotografo può agire, da solo o con l’aiuto di un webmaster?

Sono solito scrivere come avere dati negativi non sia un problema. Il vero problema è non avere dati di traffico di qualità. Dati che ci permettano di prendere decisioni concrete sulla forma o natura del nostro sito web. In questo senso, quando parliamo di un sito che si rivolge alla nicchia della fotografia, partirei dal tenere sott’occhio con particolare attenzione pagine/sessione, durata media della visita e profondità della visita. Indicatori, in sostanza, in grado di raccontarci la fedeltà del nostro pubblico.

D’altronde, è piuttosto semplice: se ci poniamo in rete con un sito strapieno di fotografie di qualità, con l’obiettivo di ricevere un contatto per un incarico, la prima cosa che abbiamo bisogno di monitorare è se e quanto le nostre foto vengano visualizzate, in quale contesto, come avvenga la navigazione e quale contenuto spinga l’utente un passo più vicino al form di contatto.

 

Molti fotografi che hanno un sito internet, si promuovono tramite i canali social o grazie a biglietti da visita e brochure. È utile secondo te comprendere quali sono i mezzi che favoriscono l’acquisizione di un lead e quindi un potenziale cliente? In che modo questo dato può essere utile per migliorare la propria comunicazione del proprio sito web?

Ci sono due modi di fare marketing. 🙂

Il primo è quello che io chiamo “hope marketing”. Poco efficace. Muoversi in rete promuovendosi più o meno dappertutto, aspettando di veder arrivare il prossimo potenziale cliente. Il secondo è ragionare invece su un piano strategico di acquisizione di clienti di qualità. Progettare un sistema in grado di filtrare e portare a noi solo i clienti davvero motivati e in grado di portarci non solo il più alto ritorno ma soprattutto grande soddisfazione.

Non sto dicendo che brochure, biglietti da visita e partecipazioni agli eventi siano da scartare, tutt’altro. Solo, hai bisogno quanto prima di costruire una community a cui rivolgerti. Una serie di persone che ti conoscono, con cui rimani in contatto e di cui sei in grado di rilevare l’efficacia di fronte a una proposta commerciale.

Può essere un sito, un blog, una newsletter, un canale YouTube, un account Instagram o una pagina Facebook. O qualcosa che ancora non è stato inventato. Ogni canale ha metodi di analisi diversi e precise peculiarità da impiegare. Non ti servono tutti e la difficoltà più grande – soprattutto nei primi tempi – è capire dove concentrare le proprie energie.

 

Perché è sempre consigliabile inserire nel proprio sito web immagini ottimizzate nella risoluzione, dimensione del file e rinominate correttamente con un titolo, un alt title e se possibile anche una descrizione? 

Così a bruciapelo direi due aspetti. Uno legato alla SEO on-site. Attività che beneficia tra molti altri aspetti anche di una buona architettura di pagine, con immagini adeguatamente descritte a livello di nome del file e attributi ALT e TITLE del tag IMG, contestualizzate poi all’interno di testi che permettano ai motori di ricerca di dare un significato al materiale.

In secondo luogo rifletterei sulla possibilità per il sito di un fotografo di fornire o meno elementi scaricabili. Sappiamo bene che proteggere un contenuto fotografico in rete rischia di essere una lotta contro i mulini a vento. In questo senso renderei semplice e intuitivo scaricare le proprie foto – magari ragionando su un nome file che riporti sempre il nome dell’autore e altri dati importanti – insieme alla disponibilità di un vero e proprio press pack contenente tutto ciò che serve a un potenziale cliente per fare il grande passo ed entrare in contatto.

 

Concludo con una curiosità: in che modo i referral di Google Analytics ci possono dare dei suggerimenti su chi sta parlando di noi o di un nostro progetto fotografico? Potresti spiegare cosa sono i referral per chi non ha mai sentito questo termine?

Con il termine “referral” si intende semplicemente il traffico, in ingresso sulle nostre pagine, proveniente da un altro sito web. In Google Analytics sono presenti diversi canali (tipo di traffico in ingresso) che possiamo analizzare. Il traffico di tipo referral è utilissimo per tenere d’occhio tutti i link, presenti su siti terzi, che portano attualmente traffico al nostro sito.

Un motivo classico per cui tenere d’occhio i referral è capire quali e quanti altri siti, là fuori, stiano effettivamente generando traffico di qualità sulle nostre pagine. Siti per cui abbiamo magari scritto un guest post o su cui abbiamo lasciato numerosi commenti. Non è raro scoprire che piccole attività mirate su siti terzi di alta qualità sono in grado, nel tempo, di costruire una base di traffico assolutamente interessante e remunerativa. Per approfondire il tema, vi rimando a questo mio articolo su FrancescoGavello.it: 7 report con cui iniziare il proprio viaggio in Google Analytics.

Grazie Francesco!

ps. e tu, sai orientarti all’interno delle statistiche del tuo sito? Raccontami nei commenti la tua esperienza.

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