Nuove Proposte: Me Vs. Valentina Frugiuele

Cosa succede quando l’alta moda incontra la street photography? Ecco a voi la fotografia di Valentina Frugiuele, milanese di nascita e parigina acquisita dal 2006. Dopo la laurea in Psicologia decide di cambiare rotta e di dedicarsi a tempo pieno alla fotografia. A Parigi si appassiona alla ritrattistica e alla fotografia di moda e dopo anni di studi e di stage presso gli studi Pin Up e Rouchon inizia la propria attività da freelancer definendo, immagine dopo immagine, uno stile e una visione ben definita. Le fotografie di Valentina mi hanno colpito molto per il mix perfettamente dosato di naturalezza e di formalità; è come se guardando le sue immagini la moda mi apparisse come sospesa nel tempo, a tratti così vicina da poterla toccare e un attimo dopo velata da uno guardo sublime e irraggiungibile. Qui potete leggere il frutto della nostra chiacchierata.
È nata in te prima la passione per la fotografia oppure per la moda?
Decisamente la fotografia…ho avuto la mia prima macchina fotografica a 9 anni. Era una Pocket Instamatic giocattolo, cioè analogica con il rullino 110, di quelle piatte e lunghe, con la quale facevo foto in giro per casa e al mio fratellino.
Quando hai deciso che volevi intraprendere la professione di fotografa e quali sono state – se ci sono state – le difficoltà che hai incontrato all’inizio del percorso?
Quando ho deciso di fare della fotografia la mia professione mi sono trasferita a Parigi, quindi il primo ostacolo è stata la lingua e la burocrazia. Il secondo grande ostacolo sono stati i contatti: con il digitale il numero di fotografi è aumentato esponenzialmente, quindi l’aspetto “public relation” è diventato quasi il 90% del lavoro. Se non hai i contatti giusti è difficilissimo lavorare. E tutt’oggi è ancora la parte più difficile del mio mestiere!
Le tue immagini uniscono il mondo della street photography con la sfera del fashion: quali sono gli aspetti che più ti piacciono di questo mix?
La possibilità di poter unire un lato più “reportagistico” alla fotografia di moda redazionale, e quindi avere la possibilità di avere un lato più spontaneo e naturale mantenendo comunque una visione dell’immagine da fotografa di moda.
Guardando le tue fotografie mi sembra che l’alta moda – che spesso associamo a qualcosa di inarrivabile – abbia una forte componente umana e si colori di carattere e di personalità. C’è anche una ricerca di questo tipo nella ricerca dello scatto migliore?
Sicuramente, la fotografia è comunicazione ed è quindi importante creare immagini che “parlino” alle persone.
C’è un fotografo al quale ti ispiri in particolare?
Amo molto i grandi classici come Peter Lindbergh, Paolo Roversi, Richard Avedon e Annie Liebovitz che riescono a fare immagini semplici ma d’impatto.
E invece uno stile editoriale che senti affine?
Il mio ideale moda è lo stile di Numéro, hanno sempre immagini stupende e raffinate. Per i ritratti sicuramente Vanity Fair.
La tua prossima sfida fotografica: Valentina Vs?
Direi Valentina Vs Ritratti! Ho aperto uno studio nel mio appartamento per fare ritratti e lavorando spesso nel cinema come aiuto regista conosco parecchi attori e attrici. Chissà, magari la prossima tappa sarà Vanity Fair!
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