Nuove Proposte: intervista a Monica Fraulini

Nuove Proposte: intervista a Monica Fraulini

La ricerca della bellezza, si intreccia spesso con la necessità di armonia. Armonia che si tramuta in eleganza, in un gusto classico che include un approfondimento a volte formale a volte legato al desiderio di trovare quest’armonia oltre lo sguardo. Dove stanno i pensieri. I sogni. I conflitti.

Monica Fraulini è una fotografa bolognese che tra armonia e conflitto, inteso come quell’elemento scatenante che sta alla base della crescita e del cambiamento, si sta mettendo alla prova con la fotografia di moda e ritratto. Ecco il frutto di una bella chiacchierata alla ricerca della bellezza e di una riscoperta di sé dove la fotografia, nel processo di metamorfosi, è una farfalla in divenire.

Come hai iniziato a fotografare?

Ho sempre fotografato fin da piccolina, in tanti sapevano della mia passione tant’è che un fotografo del mio paese mi propose di partecipare ad un corso. Ma forse non era ancora il momento e in quell’occasione non accettai. Poi alla fine delle superiori, ho frequentato un corso con Fulvio Bugani sul reportage. Ho studiato Capa, Salgado, Webb e molto altri.

Ti colpisce la loro fotografia?

Mi affascinano l’intensità delle fotografie di Salgado e la complessità delle mille fotografie in un’unica immagine di Webb.  Come questi grandi fotografi raccontano il sociale, il mondo esterno a noi; a me piacerebbe riuscire a raccontare, invece, il mondo che sta dentro di noi. Gli sguardi, gli atteggiamenti sono l’espressione di ciò che siamo, del nostro vero sé.

Foto Alex Webb

Fotografia di Alex Webb

Ho da poco scoperto un fotografo tedesco (Micmojo) i cui ritratti hanno una semplicità potentissima, non ci sono abiti o trucchi particolari, ci sono solamente le persone con la loro unicità.

Dal reportage al ritratto quindi?

Sì, sentivo l’esigenza di avvicinarmi di più. Ho approfondito i miei studi allo Shoot Institute anche se ancora non sento di aver messo a fuoco una mia idea fotografia completa. Diciamo ‘work in progress’.

Nel ritratto quali storie ti fanno venir voglia di fotografare?

Parto dagli occhi, sia quelli del soggetto che i miei. Voglio raccontare il mio punto di vista. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima e unendo questi due specchi, si crea una connessione tra fotografo e soggetto fotografato che da sempre ottimi risultati. Non è facile, certo, è una continua sfida e una continua ricerca.

Quale parte di te condividi?

L’atteggiamento. La ricerca della grazia, dell’eleganza.

Ti piace parlare con le persone per instaurare un feeling sul set?

Sì, sono timida, ma sul set cerco di mettermi in gioco in prima persona. E cerco di conoscere anche dai piccoli gesti chi ho di fronte. Ogni parte del nostro corpo comunica. Io cerco di leggere tantissimo dal comportamento.

Anche con i tuoi collaboratori cerchi una buona intesa?

Sì cerco di creare una buona atmosfera di lavoro per confrontarmi prima del set sull’idea che voglio sviluppare: a partire dalla scelta della modella, al trucco, allo styling, le luci etc. Ci sono delle modelle/attrici che poi riescono a dare un grande contributo durante la fase creativa.

Fotografia di Monica Fraulini

Oltre la fotogenia l’interpretazione?

Mi piace molto poter esplorare con chi ho di fronte per trovare nuovi significati. Vorrei che chi guardasse le mie fotografie si fermasse a osservare, andando oltre. Mi interessa anche l’idea che la fruizione di un’immagine possa essere un’esperienza condivisa. Come con le diapositive.

Credi che sui social si possa instaurare un dialogo? O è un mezzo di comunicazione ‘viziato’?

Dipende, non è facile avere pareri sinceri, ma è una buona palestra. Da prendere con le giuste misure.

Qual è una delle prossime idee che vuoi raccontare?

In realtà, voglio fotografare quel momento di confusione che ho passato i mesi scorsi e poterlo condividere.

 

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