Nuove proposte: Me Vs. Gabriele Chiapparini
Largo alla nuove proposte! Vi presento la fotografia di Gabriele Chiapparini. Mi ha incuriosito molto per la sua non-convenzionalità. Trovo interessante la sua ricerca estetica ( nel senso etimologico di “aesthetica” ovvero “sensazione”) e il modo intimo – a tratti dolce, altre volte violento, altre semplicemente voyeuristico – che Gabriele ha nel relazionarsi con il soggetto. È un tipo di fotografia che va osservata, scrutata, esplorata perché in ogni dettaglio ha qualcosa da raccontare.
Chiudi gli occhi: qual è la prima fotografia che ricordi?
La Priére di Man Ray. La vidi stampata enorme all’interno di una libreria Feltrinelli. Doveva essere il 1994/95. Avevo 14/15 anni. Rimasi in libreria tanto tempo quanto non c’ero mai stato fino a quel momento. E mi dicevo “quindi si può!”
Come ti sei appassionato alla fotografia?
Un po’ per caso. In parte è qualcosa che ho avuto vicino fin da quando ero piccolo. Mio padre amava molto scattare, eravamo pieni di libri fotografici in casa nostra. Le primissime nudità della mia vita le vidi così. Tanti anni dopo mi sono ritrovato a Barcellona. Incapace di portare avanti quello che avrei voluto, la musica, ho comprato una macchina fotografica e ho incominciato a scattare.
Qual è la tua visione del mezzo fotografico?
È una porta. Una fessura. Il buco di una serratura. Un frame di un film senza tutto ciò che precede e tutto ciò che segue. È (solo) un frammento attraverso il quale possiamo transitare gli occhi di chi guarda e portarli dove noi siamo stati. È un mezzo che permette di fissare quello che a volte nemmeno il fotografo vede.
Cose che fai con la fotografia e cose che non fai: 2 “sì” e 2 “no”.
Sì. Cerco quello che è nascosto all’occhio.
Sì. Cerco quello che c’è di vero. Magari nascosto dietro ai vestiti e alla pellaccia.
No. Non fingo e non cerco finzione.
No. Non cerco lo stile alla moda o lo stile di qualcun altro. Forse non cerco uno stile in genere.
Un insegnamento che hai ricevuto che vuoi condividere?
Cercate di capire cosa volete fotografare e con quali mezzi potete raggiungerlo. Non ponetevi limiti di nessun tipo. Per arrivare a una buona foto bisogna superare i preconcetti sociali di cui siamo pieni noi e ignorare quelli di cui è piena la gente che ci circonda. Non banalizzate chi ci sta difronte. Studiate come tirargli fuori quello che vi vorrebbe dire.
La tua prossima sfida fotografica: Gabriele Vs. ?
Gabriele Vs. Gabriele. E poi forse Gabriele Vs. Tutto il resto.
Per saperne di più: www.artichokefilm.com
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