After the deluge: le opere di David LaChapelle a Roma fino al 13/09

after the deluge david lachapelle

Quando: 30 aprile – 13 settembre, 2015
Dove: Palazzo delle Esposizioni, Via Nazionale 194, Roma

Tutti conoscono David LaChapelle. Poliedrico artista americano, enfant prodige della fotografia trovato e sostenuto da Andy Warhol. Artista che ho già avuto l’onore di conoscere e intervistare. I suoi lavori iperrealistici sono segnati da un inconfondibile sapore pop kitsch, l’abbondanza barocca che irrompe nella composizione e nella saturazione dei colori firma le sue opere.

Al Palazzo delle Esposizioni di Roma, sono esposte 150 opere, una retrospettiva unica curata da Gianni Mercurio, con l’obiettivo di raccontare il percorso intrapreso dal fotografo dopo il 2006, anno in cui  l’artista risorse, come l’umanità dopo il diluvio universale. La metafora parrebbe ardita, non fosse suggerita e giustificata da un evento preciso: l’incontro con Michelangelo.

«Michelangelo […] fu quasi una rivelazione, decisamente la sua arte ha tutti i connotati per essere definita pop.»

Durante una visita alla nostra capitale, David LaChapelle ebbe occasione di visitare la Cappella Sistina. Col naso all’insù, volse lo sguardo a una delle più grandi bellezze che un essere umano è stato in grado di produrre. Ne rimase folgorato.

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Fotografia di David LaChapelle

A scuotere la sua sensibilità artistica fu sopratutto una sezione particolare, quella dedicata al diluvio universale, che vede corpi nudi disperati alla ricerca di salvezza. Ispirandosi all’opera di

Michelangelo, LaChapelle produsse la serie “Deluge” – racconto della distruzione del mondo conosciuto, composto da insegne pubblicitarie e feticismo, cattedrali contemporanee ridotte in macerie che ora si palesano come vacuità, frutto di una psicotica consuetudine –  lavoro che segnò una svolta nella sua carriera. La serie infatti non era stata commissionata per una campagna pubblicitaria. Neppure era destinata ad apparire su una rivista di moda. LaChapelle qui desiderava la contemplazione museale. Chiedeva di essere oggetto di un nuovo sguardo, per scuotere le persone come è in grado di fare la musica. Intendeva fermare il mondo intero, congelarlo nell’attimo e affermare: io sono qui – questo è l’universo che vedo. La nuova dimensione artistica ha reso LaChapelle scenografo e regista meticoloso delle sue foto. La composizione è ossessivamente studiata, il set curato nei minimi dettagli. Non c’è spazio per l’improvvisazione, gli effetti di postproduzione sono ridotti al minimo.

David lachapelle

Fotografia di David LaChapelle

Dopo la serie “Deluge”, di nuovo il cambiamento. L’artista si è ritirato in solitudine in un’isola del Pacifico, lontano dal rumore abituale. Il suo ritorno è ciò che l’esposizione “After The Deluge” a Roma intende raccontare. Nelle nuove opere la carne sparisce. La nuda anatomia del corpo umano, prima al centro delle sue creazioni, ora si dissolve. Le serie “Car Crash”, “Negative Currencies”, “Hearth Laughs in Flowers”, “Gas Stations”, “Land Scape” e la nuova “Aristocracy” percorrono questa nuova direzione.

Come metro di confronto, sono presenti in mostra anche i precedenti lavori, opere del mondo glamour che ritraggono stelle dello show business, reinterpretazioni di grandi classici del cinema e della grande Arte, foto che hanno reso LaChapelle un artista di fama internazionale, pop nel senso estensivo del termine.

A corredo della mostra, i filmati di backstage descrivono la realizzazione complessa dei set fotografici. Sono inoltre proiettati i video musicali dei quali LaChapelle è stato regista, tra cui il cliccatissimo sul web “Take me to Church” di Hozier, danzato dal ballerino ucraino Sergei Polunin.

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