Me Vs. David LaChapelle

David_LaChapelle intervista

Intervista a David LaChapelle, fotografo

Vietato non conoscerlo. David LaChapelle è un fotografo e regista statunitense che a partire dai primi anni ’90 ha contribuito all’affermarsi di un’estetica iperrealista. Artista poliedrico è attivo nel campo della moda, della pubblicità e della fotografia d’arte. Nato nel 1963, viene scoperto da Andy Warhol a soli diciassette anni e inserito nel prestigioso team di Interview Magazine. Da lì a pochi anni, anche grazie all’eco che la stampa dà alle sue fotografie, LaChapelle diventa uno dei punti di riferimento per la ritrattistica delle star e sua è la firma che accompagna alcune delle campagne pubblicitarie più note del periodo. Nel 2006 LaChapelle decide di concentrare le sue energie nella fotografia d’arte diventando protagonista di mostre e gallerie in tutto il mondo. Ecco il frutto di una emozionantissima chiacchierata con l’artista:

Prima di scoprire alcune curiosità sulla tua produzione commerciale e artistica, vorrei fare un passo indietro (o avanti) e chiederti qual è il tuo scopo come artista? Qual è il motore che alimenta la tua ricerca espressiva?

Vorrei poter passare attraverso la fotografia. Il grande punto di arrivo sarebbe riuscire a fare fotografia come si fa la musica, permetterle di toccarti allo stesso modo, colpire quella sensibilità. La musica è per me una delle arti che più si avvicinano al mondo dell’anima. Riuscire a portare la mia arte a quel livello sarebbe incredibile e io voglio provarci. Questo è l’obiettivo: toccare davvero le persone, il loro intimo.

Le tue fotografie sono opere incredibili. Da dove nasce l’ispirazione?

Fotografo da quando avevo diciassette anni. Non so da dove nasca realmente l’ispirazione e se sia davvero un dono che alcuni di noi hanno. Arriva da molte cose differenti. Penso che crescendo si operino molti cambiamenti nella propria vita. Si diventa diversi, diversi e magari migliori a trent’anni di quanto si fosse a venti, a quaranta di quanto si fosse a trenta.

In che modo Andy Warhol ha influenzato il tuo percorso professionale?

Lavoravo in una galleria da un amico quando ho conosciuto Andy Warhol. Mi offri un posto in Interview Magazine ed è stata un’esperienza emozionante che mi ha cambiato la vita. Andy Warhol mi disse che niente era impossibile e che per ottenere qualcosa bastava volerla davvero. Andy era libero e così è stata la sua produzione artistica: ha fatto fotografie, film, arte. È questo che mi ha trasmesso.

intervista david lachapelle

Deluge, 2006. David LaChapelle

Come ti immagini il futuro della fotografia nei prossimi cento anni?

Non lo so. Posso solo sperare che la razza umana sopravviva nei prossimi cento anni perché lo scopra da sola.

Pensi che a causa dell’iperproduzione di immagini a cui siamo sottoposti ci sia un abbassamento della capacità critica?

No. Penso che quello che ci siamo dimenticati sia di prenderci del tempo. Quello che amo della fotografia è la sua capacità di fermare il tempo. Le cose si muovono così veloci di questi tempi, ma nella fotografia anche le cose più veloci si fermano. Sono lì, su un muro, tra le pagine di una rivista, ovunque siano fermano il tempo in un mondo in cui il tempo viaggia troppo veloce e ci riempie di distrazioni e di social network.
Il potere della fotografia, dunque diventa ancora più forte adesso, piuttosto che negli ultimi cinque, dieci, quindici anni. Il potere di un’immagine ferma, non solo un’immagine che passa sotto gli occhi attraverso lo stream di Instagram, mi riferisco a un’immagine davvero ferma, è un potere che per me è più forte di quello del film, dell’immagine in movimento.

Una delle tue fotografie che più mi hanno colpito è Self-Portrait as House. Cosa rappresentano le diverse stanze?

È una sorta di ritratto autobiografico ogni stanza della casa rappresenta un aspetto della mia personalità e del mio carattere. La stanza in basso a sinistra, ad esempio, è il mio lato oscuro, la mia stanza della rabbia, in cui – dentro l’armadio – si celano i segreti. Questa stanza rappresenta la mia visione dell’eccesso, del vizio ed è un aspetto di me con il quale ho combattuto a lungo.

David Lachapelle self portrait as house

Self-portrait as House, 2013. David LaChapelle

Come è nato invece il tuo recente progetto Land Scape?

Land Scape è la sintesi del mondo contemporaneo. Tutto quello che vediamo attorno a noi è frutto della rivoluzione industriale. In tal senso le centrali a gas sono uno degli elementi che più rappresentano questa evoluzione. Tutti abbiamo bisogno del petrolio, quasi come fosse un vero e proprio tempio divino.

David LaChapelle Landscape

Land Scape Castle Rock, 2013. David LaChapelle

C’è un elemento che accomuna e caratterizza tutte le tue fotografie?

Ogni fotografia per me è una storia diversa da raccontare. Non c’è un unico messaggio. Quello che voglio comunicare per ciascuna foto riguarda la foto stessa, e i suoi particolari. Se devo identificare un vettore, piuttosto che un messaggio, una direzione comune per ciascun mio lavoro, allora si tratta della mia volontà di arrivare alla gente, di toccarla nel profondo.

Per saperne di più: www.davidlachapelle.com

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