Un pensiero su UN’ESTATE FA di Fabio Gubellini
(Pubblicato su FOTOgraphia, Marzo 2017)
Ci sono dei ricordi, nella memoria storica di tutti noi, che spesso restano sospesi. Tra bene e male, tra chiari e scuri, tra qualcosa da dimenticare oppure da riscoprire. Credo sia capitato a tutti noi, di fermarsi a osservare quello che ci circonda, e restare immobili, sotto un cielo tanto calmo e rassicurante quanto severo e imperterrito. Nel nostro essere fermi di fronte ai nostri ricordi scomodi, forse concentrandoci troppo sulle grandi domande e poco sulle nuove risposte, capita che in quell’immobilità ci sentiamo sicuri. Sicuri di non agire di nuovo, né nel bene, né nel male. È a partire da questo spunto che voglio proporvi il progetto “Un’estate fa” di Fabio Gubellini.
Ingegnere e fotografo imolese, Gubellini, ha voluto trovare e ri-scoprire i luoghi delle colonie abbandonate del territorio emiliano-romagnolo partendo da una fascinazione. Racconta «Sono sempre stato affascinato da quelle grandi strutture, disseminate qua e là lungo la costa romagnola. Colonie elioterapiche erano chiamate un tempo, edifici imponenti dallo stile geometrico e rigoroso realizzati per poter fare andare in vacanza i “figli del popolo”».
“Un’estate fa” è un viaggio nel passato, una presa di coscienza dello stato di conservazione delle principali colonie estive in stile razionalista, che un tempo erano meta di vacanza, e che ora sono spazi sotto utilizzati o abbandonati, ricordo di un passato scomodo senza un futuro ridisegnato. Continua Gubellini «La storia poi ha fatto il suo corso, e di quel futuristico gesto di welfare che ha dato il via alla costruzione di decine di colonie sparse per tutt’Italia rimangono in molti casi solo spogli ricordi di ferro e cemento armato. È stato un vero e proprio salto nel passato, nella storia delle colonie e delle persone che le hanno concepite e realizzate. Accanto alle colonie e ai luoghi di costruzione ho trovato nomi di mirabili architetti e ingegneri che ci hanno voluto lasciare un segno tangibile delle loro abilità. A loro ma, anche a tutte le persone che in questi luoghi hanno lavorato o soggiornato, è dedicato questo documento»,
L’intento del percorso fotografico è di riportare l’attenzione sulla valorizzazione di questo importante patrimonio architettonico affinché queste macro-strutture in bianco e nero, fonte di chiari e scuri socio-politico-culturali, possano trovare una nuova e contemporanea identità vivida e a colori. Sotto i cieli immensi che sembrano essere i primi a interrogarsi sul perché di questo abbandono solitario, Fabio Gubellini si concentra sulla storia dell’architettura e dell’ingegneria che questi edifici rappresentano. Il retrogusto del progetto è una domanda sospesa in attesa di una risposta, o di un processo.
Per saperne di più: www.fabiogubellini.it/progetti/un-estate-fa
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