Zucchero e ruggine | Fabio Gubellini

“Da tegole e calcinacci/verso la vita mi affaccio” cantava Carmen Consoli. Qui però raccontiamo il mutismo di una scena abbandonata. Il tacito morire di una vita industriale, l’affievolirsi dell’eco di macchine in funzione.

Il luogo di questa storia è l’Emilia Romagna. Le tappe sono Forlì, Codigoro, San Pietro in Casale, San Biagio di Argenta, Argelato –  sedi di zuccherifici lasciati ad arrugginire, resti di un’attività industriale un tempo florida.

L’autore di queste foto in bianco e nero è Fabio Gubellini, ingegnere di professione con la voglia di approfondire con la fotografia la sua visione personale della realtà. Fotografa da una decina d’anni, dapprima dedicandosi alla paesaggistica e al viaggio, poi il suo sguardo viene dirottato dall’interesse ingegneristico che lo conduce a ricercare le architetture industriali. Il progetto “Zucchero e ruggine” è lo sviluppo di una predilezione per i luoghi abbandonati. Gli zuccherifici fotografati sono ormai in disuso da anni. In Emilia Romagna operavano 35 siti industriali, oggi ne rimangono in funzione 3. La causa risale al 2005, quando l’Unione Europea impose le “quote zucchero” favorendo Germania e Francia, penalizzando l’Italia.

“Molte volte bambino mi sono fermato a guardare le montagne di barbabietole ammucchiate ai margini dei campi pronte per essere caricate e mandate a lavorare.”

Oggi non rimangono che cattedrali di ruggine, resti calcinati, silenziosi, spaccati dalla vegetazione affamata che ri-pretende un suo spazio. C’è sospensione in questi immagini, come a trattenere il respiro. Il tempo scorre esitante, tra l’aleatorietà di un progetto di riconversione industriale e l’ipotesi di bonifiche ambientali. Come un ferro vecchio lasciato cadere a terra, risuonano in noi queste immagini che ci ricordano il momento economico attuale, tra crisi, precarietà e senso di attesa.