Scarpe rosse: uniti contro la violenza sulle donne

Scarpe rosse: uniti contro la violenza sulle donne

Mi chiamo Elisa, sono un’appassionata di fotografia ma, prima di tutto, sono una donna e anche io oggi voglio dare il mio contributo per far si che i temi della violenza sulla donna, del femminicidio e della violenza domestica non vengano mai messi a tacere. In questi anni sono tante le voci, le associazioni, le donne, che hanno affrontato il problema ma i dati degli abusi e degli omicidi di genere continuano a essere in crescita.

Voglio condividere con voi l’intervista che ho fatto nel Novembre 2012 ad Angela Romanin, vice-presidente della Casa delle donne di Bologna per non subire violenza, un’associazione (con struttura omonima), presente dal 1990 che si occupa di fornire aiuto alle donne che hanno subito violenza offrendo, oltre alla parte di formazione, uno spazio d’ascolto, un luogo dove potersi confrontare sul tema e delle case rifugio dove poter trovare ospitalità d’emergenza. Tra una domanda e l’altra, troverete le immagini delle manifestazioni che sono state fatte durante il 2013 e che hanno come simbolo le scarpe rosse.

Cosa può fare una donna vittima la violenza?

 Il primo passo è chiedere aiuto soprattutto a persone competenti. I Centri Antiviolenza forniscono percorsi di aiuto, di uscita dalla violenza e una serie di percorsi pratici e concreti in modo competente e professionale oltre che anonimo e gratuito. I Centri Antiviolenza si schierano immediatamente dalla parte delle vittime senza prendere, come spesso accade, una posizione equidistante tra vittima e aggressore. La violenza è responsabilità di chi la agisce e la donna deve essere protetta e messa nelle condizioni di trovare la protezione che chiede.
I Centri Antiviolenza sono diffusi nel territorio italiano. Per sapere quale è il centro più vicino è possibile chiamare gratuitamente il numero verde 1522 che fornisce una prima consulenza telefonica indirizzando nel centro più vicino
Contemporaneamente si possono contattare le forze dell’ordine per avviare un procedimento legale.

scarpe rosse 2

Ci sono delle dinamiche che accomunando i casi di violenza contro le donne?

Posto che ogni situazione è definita e a sé, le dinamiche in cui viene agita la violenza domestica sono tipiche e ben conosciute perché i maltrattanti adottano strategie simili. Caso tipico: la donna si fidanza con un uomo che al primo apparire è un principe azzurro: è protettivo, premuroso, si dimostra geloso (e questo viene percepito dalla donna come segno di vero interessamento). Anche l’uomo pensa che la gelosia sia un modo di stare vicino alla donna. La gelosia esercitata dall’uomo diventa un modo per controllare la donna (ex: non voglio che esci con le tue amiche… non voglio che chiami i tuoi amici perché civetti con loro…) anche se all’inizio le dimostrazioni di gelosia sono minime. Al momento del matrimonio o di una convivenza l’uomo pensa di aver acquisito dei diritti nei confronti della partner e comincia a essere pressante per quanto riguarda il controllo aggiungendo umiliazioni e denigrazioni. Tra una situazione di aggressione o violenza psicologica e la successiva ci sono dei ricongiungimenti in cui l’uomo chiede scusa nascondendo la violenza dietro a un gesto di interesse (ex: ho avuto quella scenata solo perché ci tengo a te). Questa fase manipolatoria getta nella confusione totale la donna che si trova di fronte all’aspetto aggressivo/violento e a quello bisognoso/affettivo. Queste sono le due tappe di un medesimo comportamento violento in cui l’uomo cerca di ottenere il perdono ma, invece di smettere di agire la violenza, dopo un determinato tempo la violenza riemerge. I cicli sono sempre più brevi nel tempo e con violenze sempre più gravi.

scarpe rosse 3

Che consiglio si può dare alle persone a cui si rivolge una donna che subisce violenza?

Crederle! Avere il sospetto o essere a conoscenza che una donna è vittima di violenza può causare sentimenti contrastanti: rabbia, incredulità, insicurezza. Ci sono tanti tipi di segnali che possono confermare o meno il vostro dubbio ma esiste solo un modo per saperlo con certezza: credere alla donna, validare la sua storia e mettersi dalla sua parte per aiutarla. Chiamate un centro Anti Violenza e fatevi spiegare il modo migliore per poter aiutare una donna in difficoltà.
Prendete una posizione: schieratevi contro la violenza!

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(ndr. Ho preso le immagini dalla rete e non sono riuscita a risalire agli autori delle fotografie. Se qualcuno riconosce una propria fotografia o sa indicarmi chi è l’autore, scriverò immediatamente una didascalia con il nome di riferimento)

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