Me Vs. Gabriele Rigon

Me Vs. Gabriele Rigon

Nato nel 1961, Gabriele Rigon è un pilota di elicottero dell’Esercito e uno dei più autorevoli fotografi italiani. Negli ultimi quindici anni i suoi interessi fotografici si sono focalizzati sullo studio del corpo e sulla bellezza femminile. Gabriele ha realizzato mostre in tutto il mondo e le sue fotografie sono state pubblicate su riviste nazionali e internazionali (da Vogue al New York Times solo per citarne alcune).

Quando è nata la tua passione per la fotografia?

La mia famiglia si è sempre occupata di fotografia. Mio nonno aveva uno studio fotografico a Gemona del Friuli e io sono cresciuto tra rullini e pellicole. Anche mio padre è sempre stato un appassionato oltre che un critico. Io ho iniziato nel 1989 quando per lavoro mi sono trovato in Namibia con le Nazioni Unite per una missione di pace. È stato lì che ho sentito per la prima volta la necessità di fotografare per documentare la realtà e poterla far vedere ad altri. Da quel momento ho deciso che avrei approfondito la mia passione per avvicinarmi di più al mondo della fotografia.
Da circa un anno anche mio figlio sembra seguire le orme di famiglia… e promettere bene!

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Botta e risposta: i fotografi italiani che più ti hanno ispirato?

Giovanni Gastel e Ferdinando Scianna, due maestri che con il tempo ho anche conosciuto bene.

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E invece due influenze oltreoceano?

Richard Avedon e Helmut Newton.

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L’elemento più importante in uno shooting?

L’idea! Bisogna avere un idea da sviluppare e bisogna pensarla e studiarla. Dopo l’idea è decisiva la scelta della modella, sia nella fotografia di moda, che in quella di nudo.

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Quanto è importante il rapporto di fiducia fotografo-modella?

Fondamentale. In pochi secondi bisogna creare un rapporto umano che vada oltre lo sguardo. Solo instaurando un buon feeling la modella viene messa nelle condizioni di dare il meglio di sé. È una questione di fiducia.

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Filosofeggiando: pensi che ci siano delle fotografie che non vadano fatte?

Nella fotografia non c’è nulla di giusto o di sbagliato: è solo una questione di luci e ombre.  La fotografia è un modo di vivere la vita in una maniera più intensa. Tutto può essere rappresentato in fotografia! Spesso mi è capitato di fare del reportage, e in certi ritratti di bambini afghani c’è molta più dignità di altri ritratti che ho fatto di gente per bene. Pensiamo al ritratto di Steve McCurry della profuga afghana. È una fotografia straordinaria e non solo per la perfezione dei colori e della composizione. La dignità e l’emozione che comunica lo sguardo di questa bambina sono impareggiabili.

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Secondo te perché è scoppiata sui social network la moda dei giovani “photographers”?

Si tende a identificare il fotografo come una persona cool sempre circondata da belle donne. Questo è sbagliato perché il lavoro del fotografo è innanzitutto un “lavoro”, a volte anche molto stancante, e sono pochissimi quelli che hanno visibilità e potere. Se sei un fotografo la gente comune non pensa a te come una persona importante ma ti chiede di fotografare la cresima del figlio o di fargli l’immagine del profilo Facebook. Non suona così cool, vero? Vedo nei giovani una corsa ai “Mi piace” senza meta, fatti di fotografie volgari e a volte bruttissime. Io nella vita sono un pilota di elicottero e nonostante abbia lavorato molto con la fotografia, anche per motivi professionali come “Combat Camera” per l’esercito, ho un grandissimo rispetto per coloro che riescono a vivere di sola fotografia, e parlo ovviamente di Fotografi di reportage o di moda. Spesso mi piace dire di essere un fotoamatore, ovvero colui che ama la fotografia, e scatta foto non per motivi commerciali.

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Un consiglio sul modo migliore per proporsi?

Consiglio a chi vuole intraprendere la carriera di fotografo di aprirsi un sito internet e di impostarlo nel modo più minimalista possibile: sfondo bianco, poche fotografie stra-selezionate (vietato mettere cinquanta foto di uno shooting!) e un menù semplice. Sbagliatissimo mettere il logo sulle fotografie: non lo fanno i grandi fotografi, perché lo dovrebbero fare i giovani? Niente video introduttivo, niente presentazione in flash. Spesso il segreto è aspettare: se uno è bravo sono gli altri che lo vanno a cercare.

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La tua prossima sfida fotografica: Gabriele Vs?

Ho finito domenica uno shooting di moda con un team di persone che amo, loro sono rispettivamente Roberto Rosini e Rosanna Trinchese. Insieme hanno fondato, più di trent’anni orsono, la “René Olivier Productions”, un’agenzia che offre servizi per i fotografi professionisti che lavorano nel campo della moda e dello spettacolo.
Ho il privilegio di lavorare con loro ormai da diversi anni, e la loro maturità ed esperienza professionale mi sta portando a realizzare dei progetti fotografici mirati all’interpretazione della nostra cultura, la cultura mediterranea, e in particolare quella italiana rivisitando, con un lavoro di ricerca approfondito, quel magico periodo storico che ci rende unici al mondo, e mi riferisco in particolare al neorealismo, a quei geni di registi che abbiamo avuto, per non parlare degli stilisti, che da sempre dominano nel campo della moda. Proprio lo shooting di ieri è stato l’inizio di una ricerca di quel tipo.

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Per saperne di piùhttp://www.gabrielerigon.it/

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