Me Vs. Carlos Solito

Me Vs. Carlos Solito

“ogni luogo, ogni persona ritratta, dal beduino nel deserto alla modella su un set, ha una storia da ascoltare a suon di gesti, sguardi, silenzi, parole”.

Con questa frase vi presento Carlos Solito, 36enne salentino, una persona eclettica che, nonostante la giovane età, ha già un curriculum sbalorditivo. Carlos è un viaggiatore, un fotografo, uno scrittore, un blogger e un filmaker. Dall’avventura in terre estreme allo urban street delle grandi metropoli Carlos ha sperimentato differenti generi fotografici pubblicando numerosi libri. Sono entusiasta di proporvi questa chiacchierata con quello che è stato definito da più voci il Vincent Gallo del Sud Italia!

La prima curiosità che da cui vorrei partire è il rapporto Carlos “scrittore/giornalista” e Carlos “fotografo”. Scrittura e fotografia sono due linguaggi con aspetti comuni, altri complementari, altri totalmente estranei tra loro: quali aspetti di te emergono nella scrittura e quali invece nella fotografia?

Le due cose vanno di pari passo. Non posso creare un servizio fotografico senza la penna e, viceversa, quando scrivo mi aiuta tantissimo il mio essere fotografo dal quale attingo, come un pozzo senza fine, particolari scenici, gesti, luci, colori, volti, espressioni, occhi e profondità degli sguardi. Per me scrivere è descrivere una storia, un momento più o meno lungo, un viaggio o parte di esso. Ne di più e ne di meno, per me scrivere, è come dare parole a una fotografia in cui ci sono soggetti che parlano (o che pensano) e un’infinità di particolari che, proprio come in uno scatto, fanno scenografia, ambiente, geografia. Avere la possibilità di declinare in queste due forme espressive incontri e vissuto, mi emoziona ogni volta con un condimento di voglie fanciullesche che fanno solletico, fanno brio, fanno sorriso dentro.

Carlos Solito

Mi piace paragonare la cultura a un giardino: solo coltivando la terra, concimandola, piantano fiori e piante differenti si può ottenere un giardino ricco di vegetazione e frutti. Quali sono le piante e i fiori che ti piace coltivare nel tuo giardino o, in termini diversi, quali sono i tuoi maestri, le tue influenze, i tuoi studi.

Vado per ordine. Sono nato a Grottaglie, Taranto, dove ci sta un centro storico, impavesato da tramontana e scirocco, con case dai colori vetusti, conventi dai chiostri pieni di affreschi e un labirinto di vie e vicoli lastricati, con chianche di calcare. Sono nato in un pezzo di Alto Salento fatto di luce forte e accecante e anche gravine, calcare primevo, caverne di un medioevo bizantino, campi di cicorie e ulivi, tanti, e tutti fieri di secoli. Poi, lì dove sono nato, c’è un quartiere delle Ceramiche – che conoscono ovunque – e oltre a tutto c’è un orizzonte liquido di terra rossa e mare azzurro e fumi grigi delle canne fumarie del Siderurgico. Gli ingredienti migliori di me, credo, li abbia messi insieme e mescolati, inconsapevolmente, durante la mia infanzia e adolescenza paesana, magicamente paesana. Sono cresciuto per strada a imitare calciatori e Indiana Jones, a fare il pieno di terra e iodio, alle porte di casa. Tra macchia mediterranea, muretti a secco, sabbia, scogli e acqua salsa saziavo occhi e udito, senza riuscire a dire nulla. Stavo impastando la mia propensione al narrare facendo incetta di visioni che esordivano sempre con “u Madonna mea”. Quindi, il mio primo maestro è stato il luogo natìo pieno di luci e contrasti. Poi, sono arrivate le prime letture: Salgari, Bonatti, Chatwin, Sepulveda, Hemingway, Boudelaire, Piovene, Kerouac, Fante. E ancora i film del neorealismo italiano, un vero amore, fino a seguire, inseguire, tra le pagine di libri e riviste grandi fotografi dai differenti stili, punti di vista sul mondo: Ferdinando Scianna, Mimmo Jodice, Helmut Newton, Herbert Ritts, Bruno Aveillan, Steve McCurry, Robert Caputo. Essere famelici di altri linguaggi è il miglior modo per allontanarsi da se stessi e contaminarsi per rinnovarsi e soprattutto scoprire, scoprirsi. Tranne un paio di workshop fatti in giovinezza la migliore scuola per una buona narrazione fotografica è una buona osservazione che ti permetta di entrare in una storia, sentirla respirare, esserne partecipe, viverla, più che esserne uno spettatore armato di fotocamera. E il bello è che non si può andare in congedo dall’osservare. E’ come esserne visceralmente ammalati, non si guarisce da questo.

Carlos Solito

Potremmo dire che – quasi – tutta la fotografia può essere considerata come un linguaggio universale, a differenza della scrittura, che è per natura legata alla geo localizzazione. Quali sono le possibilità espressive che secondo te ha in più (o in meno) la fotografia in relazione al suo essere universale.

La fotografia è fermare l’attimo, rubare una frazione di secondo nella vita di un luogo, di una persona, di un animale. Che sia bella o brutta, firmata da un professionista o da un amatore, la fotografia concettualmente ferma un tempo (che racchiude un gesto, uno sguardo, uno spazio di geografia o di urbe), lo congela per regalarlo al tempo stesso, per sempre, in eterno. La fotografia tanto quanto la velocità dello scatto che l’ha generata ha un grande pregio: l’immediatezza. Osservare una foto vuol dire leggere in pochissimi secondi il soggetto o la scena che la compone. La stessa rimanda un’infinità di emozioni, suggerisce stati d’animo, può svelare psicodrammi sopiti. Pertanto in qualsiasi luogo del mondo sia stata fatta il bello della fotografia, e della capacità narrativa del suo autore, sta nella sua lettura agli occhi, il nostro senso più immediato per percepire il mondo, la vita. Ovvio che, ogni scatto, merita una seconda lettura più approfondita che oltre al soggetto ritratto ci dice tanto del ritraente, del fotografo, e di quali siano stati le spinte motivazionali che lo hanno indotto a percepire l’attimo in quello scatto.

Carlos Solito

Cosa rappresenta per te la fotografia?

La fotografia è un orizzonte che contiene il tuo campo d’azione e, allo stesso tempo, ne proietta lontano lontano una meta ideale. E il bello degli orizzonti, si sa, è che più ne metti davanti agli occhi e più, quelli, fanno lievitare interrogativi su chissà quali luoghi possono continuare e così via. In realtà è un’overdose di luce e visioni, il mio modo più diretto per far intendere come vedo i luoghi in cui viaggio e la gente che incontro.

Carlos Solito

Mi parleresti di uno dei tuoi progetti fotografici al quale sei particolarmente legato?

Giordania_Instaeternity è stata la mia ultima mostra fotografica che propone la summa di un ben più ampio reportage realizzato in Giordania su invito del ministero del turismo giordano per interpretare le bellezze e le meraviglie nel Regno Hashemita. La mostra propone 10 scatti in grandissimo formato di un lavoro inedito che racchiude il complesso universo di un Paese millenario in cui si colgono esperienze, storie, emozioni, colori, silenzi, luce, magia.

Carlos Solito

Due scrittori e due fotografi che vorresti consigliare?

Facciamo tre e tre: Erri De Luca, Raymond Carver, Nicky Persico. Ferdinando Scianna, Richard Avedon e Steve McCurry.

Carlos Solito

In questo periodo sei alle prese con? E la tua prossima sfida fotografica: Carlos Vs.?

In questi giorni sta impazzando in rete il videoclip Che ci vado a fare a Londra, girato tra la Basilicata e la City, del rocker Omar Pedrini per il quale ho firmato la regia. Ho appena consegnato la sceneggiatura, scritta a 4 mani con Valentina Strada, per il mio prossimo film che girerò a maggio e a giorni inizierò il montaggio di un altro corto girato lo scorso autunno.
La mia prossima sfida fotografica, che sarà una mostra fotografica itinerante e il reportage per un importante magazine, sarà dedicata alla donna.

Carlos Solito

La maison di moda MISSONI ha scelto  Carlos come interprete delle nuance e dei colori del mondo.

La maison di moda MISSONI ha scelto Carlos come interprete delle nuance e dei colori del mondo.

Per saperne di più:

Facebookhttps://www.facebook.com/pages/Carlos-Solito/319205728214357

Twitterhttps://twitter.com/CarlosSolito

Tachicardia (Vanity Fair)http://tachicardia.vanityfair.it

Sitohttp://www.carlossolito.com/

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