Me Vs. Nikola Tamindzic
Non aspettatevi di leggere un’intervista canonica. Quando ci sono di mezzo la creatività e la ricchezza di idee di Nikola Tamindzic ci si può aspettare proprio di tutto. Nikola è un acclamato ritrattista e fotografo di moda di New York. Nato e cresciuto nell’ex Jugoslavia, si è trasferito nella Grande Mela affermandosi in breve tempo come fotografo professionista per il portale Gawker. Nikola ha una capacità disarmante di affascinare soggetti e spettatori con i suoi ritratti, immagini in cui il fotografo cerca di rappresentare le contraddizioni dell’essere umano.
Inizio subito col chiederti qualche curiosità sul tuo nuovo progetto chiamato Fucking New York?
Ci sono vari modi di dire che riguardano l’amore che i newyorkesi hanno per la loro città – si dice spesso che quando si vive in New York, New York è la relazione più importante nella propria vita. Quindi, mi sono chiesto, in questa relazione, cosa accade per quanto riguarda il sesso? A quale posizione sessuale si potrebbe paragonare la città di New York? La maggior parte dei newyorkesi sa fin troppo bene che posizione assumerebbe il primo del mese, quanto deve pagare l’affitto carissimo della città. Ecco, l’idea di fondo è di spingere questo pensiero fino all’assurdo.
Il progetto è iniziato come un’estensione della mia fotografia di moda, ma ben presto ha assunto una vita propria ampliando l’orizzonte sempre di più fino a includere diversi generi, razze, le altezze, le dimensioni, e così via. Le fotografie realizzate sono “distanti dalla realtà”, intangibili, quasi architettoniche. Esprimono la loro sensualità in modo silente e spesso interrotto da elementi contrastanti, quasi come in un gioco umoristico.
Nella prima pubblicazione americana, la rivista PDN, ha scritto
“the uncanny/unreal city feeling the images evoke are reminiscent of surrealist painter Giorgio de Chirico’s plazas, punctuated with David Lynchian humor”
lo considero come un bel complimento. 😉
Durante uno shooting, lasci spazio all’improvvisazione oppure tutto è strutturato nei minimi dettagli?
Si dovrebbe iniziare uno shooting avendo le idee chiare su ciò che si vuole fare – soprattutto se è un lavoro commissionato da un cliente – e con uno storyboard pronto. Ma è davvero importante lasciare spazio anche all’improvvisazione, a quello che accade .
Per esempio, con Fucking New York, l’idea prevalente è definita e ben messa a fuoco sia per me che per la modella, ma di volta in volta cerchiamo di fare un passo in più intorno a quel nucleo . Un’altra serie a cui sto lavorando, AVANT-HARD, è basata tutta sull’improvvisazione – il caso è una parte integrante del concetto!
Così, alla fine di ogni giornata lavorativa, risponderei sempre che si tratta di mescolare regole/struttura e improvvisazione che entrano in gioco in modo più o meno presente a seconda del tipo di lavoro e del cliente.
C’è un lavoro in particolare che sogni di fare?
Continuo a pensare che dovrei entrare a far parte del team di Anthony Bourdain, hanno dell’ottimo cibo e fanno delle avventure niente male in luoghi lontani! Sarebbe una bella sfida e un approccio diverso alla fotografia.
Oltre a Fucking New York stai lavorando a una serie di progetti davvero particolare, mi anticipi qualcosa?
È un periodo ricco di novità. In primis sto facendo un bel passo avanti nel progetto di Fucking New York. Il progetto è molto inclusivo, nel senso che dovrebbe includere tutti i generi, differenti tipi di corpi, di gruppi sociali e così via; è iniziato con soggetti del mondo della moda – perché è di moda che mi occupo nella maggior parte del tempo – e ora si sta espandendo selvaggiamente. Poi, sto lavorando a una serie chiamata Avant-Hard: opere di grandi dimensioni realizzate senza macchina fotografica e con l’ausilio della cera. È un progetto che vuole esplorare le intersezioni del mondo fisico e di una dimensione astratta in cui si mescolano sesso e violenza, paura e humor. È possibile vedere il primo teaser on line: www.avant-hard.com
Poi c’è anche un libro in fase di preparazione che dovrebbe uscire nel 2015. Ho ripercorso i passi di Hunter S. Thompson durante la stesura di Paura e delirio a Las Vegas per un lavoro fotogiornalistico per The Daily. Il progetto poi ha assunto una vita propria e si è trasformato in una serie chiamata Heat (Those Were the Days and Now These Are the Days) – un’esplorazione della Las Vegas di ieri e oggi.
Infine c’è anche un progetto investigativo basato sulla vita di Nikola Tesla, che mi dovrebbe portare in luoghi molto interessanti dalla Serbia alla Croazia, e poi New York , Canada e California. Spero di poterlo iniziare quest’estate!
Tutti questi progetti si alternano al mio lavoro quotidiano come fotografo di moda e di ritratti. Per me è fondamentale avere una visione ampia, aperta a nuove influenze. La chiave è sfidare sempre se stessi e non adagiarsi sugli allori. I prossimi cinque anni saranno incredibili!
Cosa ne sarà della fotografia nel prossimo futuro?
Tra non molto tempo, saremo capaci di catture le immagini con i nostri occhi e di trasmetterle direttamente nella testa delle altre persone senza bisogno di schermi o di fotocamere. Spero che questo accada presto, non vorrei perdermi per niente al mondo una possibilità simile!
Follow this link to read the English version of the interview: Me Vs Nikola Tamindzic
Per approfondire la fotografia di Nikola Tamindzic potete cercare i seguenti links:
www.homeofthevain.com
www.nikolatamindzic.com
www.fuckingnewyork.com
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