Me Vs. Francesco Gola

Me Vs. Francesco Gola

Intervista a Francesco Gola, fotografo

Ormai lo sapete: sono un’insaziabile mangiatrice di fotografie! Se non mi nutro di venti, cento, mille fotografie al giorno mi sento quel vuoto allo stomaco che non mi fa dormire. Ed è proprio in una notte insonne in cui vagavo online alla ricerca di immagini che ho scoperto con piacere la fotografia di Francesco Gola. Nato a Pavia nel 1981 inizia a fotografare nel tempo libero e, Reflex alla mano, impara a vedere il mondo con occhi diversi. Sono rimasta incantata dalla bellezza dei paesaggi che Francesco ritrae e, mossa del desiderio di saperne di più, né è uscita quest’intervista.

Qual è il cuore della tua fotografia?

Dovrebbe essere una domanda semplice a cui rispondere, ma invece non lo è per nulla. Tante volte mentre mi avventuro in qualche sentiero con il cavalletto in spalla e Ludovico Einaudi nelle cuffie mi fermo e mi chiedo cosa significhi per me tutto questo, ma la risposta vera è che non lo so.
Penso che la spiegazione più vicina alla realtà sia che la fotografia rappresenta per me un modo di scappare. Da chi, da cosa, non lo so. Hai presente il film di Salvatores “Mediterraneo”? Inizia con una frase, “Dedicato a tutti coloro che stanno scappando”. Ecco, io mi sento un po’ così.
La fotografia per me è scappare dal mondo…o meglio, metterlo in pausa. È rifugiarsi nel silenzio, è perdersi nel tempo. Quando scatto una lunga esposizione, la tecnica fotografica che prediligo, è come vedere tutto il mondo a rallentatore, senza che nessuno possa interferire.

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Hai dei fotografi a cui ti ispiri?

Ci sono tanti fotografi che ammiro e seguo. E non mi riferisco solo a fotografi paesaggisti, ma a fotografi che vedono qualcosa di più della pura rappresentazione della realtà. Mi ispiro a loro non nel tentativo di emularli. Mi ispiro alla loro passione e cerco di carpire l’anima dalle loro foto e di confrontarla con la mia.
Mi sono innamorato così del mondo visto con gli occhi avventurosi di Elia Locardi, delle perfette geometrie di Joel Tjintjelaar, della composizione unica di Marc Adamus, dello studio della luce di Dmitry Ageev, dei colori di Eric Rousset, del silenzio di Nathan Wirth. Potrei continuare per ore… Da ciascuno ho cercato di imparare una lezione per sviluppare la mia personale visione delle cose.

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Hai una fotografia a cui sei più legato?

Per me fare una fotografia è un po’ come fermare il tempo, diventandone quindi il custode. Tra questi “momenti” conservati, i più preziosi sono quelli del periodo in cui ho avuto la possibilità di vivere a Lerici, nel Golfo dei Poeti. Uno degli ultimi scatti di quel periodo è stato “The Sentinel”, che ritrae la meravigliosa chiesa di San Pietro a Portovenere nel mezzo di una ventosa giornata di fine estate.
Adoro quel posto e quella chiesta. È stata costruita intorno al 1200 e resta li immobile, nel silenzio e nel tempo, da secoli. Mi affascina. Questo scatto mi fa affiorare un turbine di meravigliosi ricordi.

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E invece hai una fotografia mancata nel cassetto?

Ben più di una! Tra viaggi mancati e meteo avverso, ci sono alcuni luoghi che voglio rivisitare. Tra questi quello che è in cima alla lista è l’Islanda: il posto più bello che abbia visto finora. È uno Stato che mi ha stregato. Purtroppo le mie conoscenze fotografiche di allora non mi hanno permesso di trasmettere alla macchina quello che la mia mente vedeva. Da tempo mi sto documentando – e sto cercando i luoghi migliori e più adatti a farsi rappresentare, – per poterci tornare il prossimo anno.

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 La tua prossima sfida: Francesco Vs?

Francesco Vs il Mare. Il mare per me è un’ossessione. Vorrei trovare il modo di staccarmi da lui e cercare do fotografare qualcos’altro. Ma temo sia una sfida già persa. Il mare ha la capacità di spaventarmi e affascinarmi così tanto allo stesso tempo che non ne posso farne a meno. Come diceva Pablo Neruda: “Ho bisogno del mare perché m’insegna”.

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Per saperne di più:  www.francescogola.net   / Pagina Facebook:  Francesco Gola Photography

Ps. La fotografia di Francesco che preferisco è questa. Meravigliosa!

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