#IGERS4LEICA: l’Imaginaire Parisien di Francesca Pucella

#igers4leica francesca pucella

Ci sono tante storie che si intrecciano. E ci sono intrecci che nascono e poi diventano sempre più forti, più costruttivi e che mirano a unire e a offrire nuovi spunti. Continua così la partnership tra Leica Camera Italia e Instagramers Italia aggiungendo un nuovo filo, una nuova storia, all’intreccio #Igers4Leica annunciato il 6 Febbraio.

Dopo Annalisa Melandri, Ann_Mela, che mi ha raccontato il suo progetto sul CHEAP Festival ora è Francesca Pucella, Francina1983 su Instagram, che è stata scelta come Ambassador dal team di IgersBologna e che qui ci presenta il suo “Imaginaire Parisien” il progetto fotografico realizzato con una Leica D-Lux fornita dal Leica Store.

Bolognese, classe 1983, Francesca è laureata in giurisprudenza e appassionata di cinema, teatro, letteratura, tango, lingue straniere e viaggi, soprattutto alla scoperta di città. Avvocato e traduttrice giuridica si confronta da sempre con la fotografia, un hobby che ha ritrovato ed elaborato tramite la mobile photography e Instagram gestendo anche il profilo @IgersBologna.

Ecco l’intervista e le prime curiosità sul progetto:

Prima di approfondire il tuo percorso con la fotografia voglio subito chiederti del tuo progetto “Imaginaire Parisien”: cosa hai deciso di raccontare con la D-Lux nell’iniziativa Igers4Leica?

In occasione del mio primo viaggio a Parigi ho deciso di andare alla scoperta dei luoghi del film “Il favoloso mondo di Amélie”, proiezione che adoro e che ho rivisto decine di volte. L’idea è stata quindi quella di perdermi a Parigi alla ricerca dei luoghi di Amélie per conoscere la città e vivere le atmosfere della storia. Sono rimasta a Parigi per due settimane e in effetti i primi giorni mi sono proprio persa tant’era la curiosità e l’entusiasmo di cercare i tutti i posti che mi ero ripromessa di vedere (dalla via dove abita Amélie al fruttivendolo del film: ho fatto una ricerca certosina!). Ho amato l’occasione che ho avuto di conoscere in questo modo non-convenzionale la città. Anche in fase di selezione delle fotografie ho mantenuto questa linea evitando di scegliere palazzi e monumenti famosi.

Quante fotografie hai scattato?

Circa 2000!

E quante ne hai selezionate?

All’inizio 700 per poi ridurre a un centinaio fino alla scelta delle 10 fotografie finali che compongono il progetto.

Come hai elaborato la scelta delle immagini?

L’idea di perdersi a Parigi è stato il punto di riferimento centrale oltre alla rilevanza della scelta dei luoghi connessi al film. Ho cercato anche di ritrarre le persone, di farmi scrivere dei post-it con dei pensieri, ma non è stato semplice e infatti la maggior parte dei ritratti sono scatti ‘rubati’ e non in posa. Nel progetto ho voluto alternare le fotografie ai post-it per comunicare a più livelli le sensazioni e le emozioni che ho provato durante il viaggio. Le 10 fotografie finali sono quelle che per me rappresentano meglio lo spirito del film e che presentano in modo coerente il percorso esperienziale che ho vissuto a Parigi.

C’è una bella evoluzione e un buon ritmo tra l’alternarsi degli scorci di Parigi e dei post-it.

Sì, ho proprio voluto alternare i contenuti dando comunque un senso di omogeneità e di un passaggio lineare.

Facciamo uno step indietro: dimmi di te e di cosa ti occupi. E come la fotografia si intreccia con le tue giornate.

Sono avvocato e traduttrice giuridica! Non c’entra niente con la fotografia. Ho studiato legge e lingue e lavoro a tutto tondo in quell’ambito. La fotografia è sempre stata solo una passione e credo rimarrà tale anche in futuro.

Quando ti sei appassionata?

Non ricordo di preciso, ma ho sempre fatto foto per divertimento quando ne ho avuto l’occasione. A volte con le macchine usa e getta, altre con una Polaroid (che ho da poco riscoperto!), altre con una digitale compatta (regalo di laurea nel 2007). Ho fotografato spesso in viaggio.

Ricorre quindi l’abitudine di scattare durante i viaggi.

Sì, viaggiare mi piace tantissimo. La mia vacanza ideale è proprio quella in cui posso girare e vedere paesaggi e angoli nuovi.

La fotografia è anche un modo per farti fermare a vedere in modo più approfondito quello che ti circonda?

Certo, soprattutto da quando mi sono iscritta ad Instagram e ho iniziato a usare questo strumento con consapevolezza. Dopo i primi mesi Instagram è diventato un buon compagno di avventure e anche a Bologna, grazie alla voglia di scattare e condividere, ho scoperto scorci che non avevo mai notato.

Cosa ti fa venir voglia di fotografare?

Preferisco gli edifici e le fotografie che si concentrano sull’architettura e ultimamente sto sperimentando sulle simmetrie. Anche se ancora non ho uno stile unitario e un soggetto predefinito. Ci sono più tendenze che sto elaborando legate soprattutto ai filtri e ai tool messi a disposizione dalle app di photo editing. Tra queste Snapseed e Vsco.

Come si è sviluppato il tuo percorso con Instagram?

La passione per Instagram e la consapevolezza delle sue potenzialità sono andate sempre crescendo. L’app ha acquisito un ruolo centrale in particolare quando sono diventata parte del team di IgersBologna, gestendo il profilo Instagram della community insieme ad altre due ragazze, Eugenia e Viviana.

Con la D-Lux come ti sei trovata?

Benissimo. Le possibilità che offre sono molteplici soprattutto per quel che riguarda lo zoom. I tempi di scatto sono cambiati perché rispetto al cellulare dedicavo più attenzione all’inquadratura. Ho giocato con le distanze e con i piani! Cambiare la distanza fa scoprire diversi punti di vista. E anche utilizzare il mirino mi ha dato modo di vivere il momento dello scatto diversamente. Ti immergi di più nella foto rispetto a quando scatti con il cellulare. La visione si modifica e anche la prospettiva.

Ti ritieni soddisfatta di quello che hai realizzato?

Sì, sono soddisfatta su più livelli. Per il progetto, per aver conosciuto Parigi in un modo diverso dal solito e perché ho imparato – almeno le basi – di uno strumento nuovo come la D-Lux.

C’è qualche fotografo in particolare che segui e che ti offre spunti interessanti?

Recentemente ho visto le mostre di Foto Industria e in particolare “La Poesia dei Giganti” di Luca Campigotto e sono rimasta molto affascinata dalla sue poetica. Poi mi piacciono i soggetti di Cartier-Bresson. Seguo con piacere anche Fulvio Bugani, un fotografo italiano che mi ha colpito molto per i temi che tratta.

Non ti ho ancora chiesto cosa ti piace del film “Il favoloso mondo di Amélie” e perché lo hai scelto.

L’ho visto al cinema per la prima volta. Mi piacciono i film francesi, ma la verità è che, come Amélie, sono una sognatrice!

La prossima città che vorresti fotografare?

Amsterdam!

 

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