Me Vs. Himitsuhana

Me Vs. Himitsuhana

L’artista che vi sto per presentare è per me una vera fonte di ispirazione oltre che una persona che ammiro per il talento e tutti i risultati che è riuscita a raggiungere seppur giovanissima. Si chiama Chiara Fersini, in arte Himitsuhana, ed è un’artista leccese classe 1986. Fin da piccola è cresciuta in un ambiente attento all’arte e alla creatività ma è solo nel 2007 che inizia il suo viaggio nella fotografia. Le sue opere sono state pubblicate su riviste nazionali e internazionali e oltre trenta fotografie di Chiara Fersini sono state utilizzate per cover di libri diffusi in tutto il mondo (ex.Storia catastrofica di te e di me di Jess Rothemberg, Feltrinelli).

Per iniziare: cos’è per te la fotografia?

La fotografia è ciò che mi permette di concretizzare i mondi che immagino, le storie e le sensazioni che vivo ogni giorno. È un mezzo di trasporto tra l’idea e il risultato. La fotografia in sé ha poca importanza per me, non sono interessata allo strumento fotografico, sono interessata a ciò che quello strumento mi permette di fare, ovvero realizzare in tempi brevi un’ispirazione che preme per uscire.

Prendi più ispirazione dal mondo dell’arte o del cinema?

Direi entrambi. Mi è capitato più di una volta di vedere un film ed esserne ispirata al punto tale da voler realizzare un’immagine che raccontasse le sensazioni che ho avuto riguardo a quel film, allo stesso modo l’arte mi ispira costantemente a creare qualcosa in seguito a ciò che essa mi comunica.

Questa foto mi è stata ispirata dal film “Inception”:

labyrinth

Mentre quest’altra dal mio amato Caravaggio

crushed spirits entertainment

Sei un talento conosciuto in tutto il mondo e sei giovanissima: hai avuto delle difficoltà nel relazionarti con il mercato delle immagini?

In generale non ho avuto problemi a “farmi strada” anche se è un processo molto lungo quello di farsi conoscere come artista. In realtà da quando ho iniziato a sperimentare con la fotografia è stato come se ogni cosa, ogni situazione si disponesse in modo tale da far andare bene tutto ciò che aveva a che fare con essa. Mi spiego meglio, ho iniziato per gioco ma da subito ho ricevuto richieste per esposizioni, commissioni, riconoscimenti tanto da farmi accantonare il mio precedente lavoro di traduttrice e focalizzarmi sull’arte, che d’altronde è sempre stata l’unica cosa che volessi fare nella mia vita. Più difficile è la questione Italia. In Italia trovo moltissime difficoltà a ritagliarmi uno spazio, cosa che non mi succede all’estero. Purtroppo entro quotidianamente in contatto con favoritismi (soprattutto di natura esterofila), impedimenti e barriere di tutti i tipi. In realtà penso che a breve emigrerò anch’io.

Mi racconteresti la storia di una delle tue nuove fotografie?

Certo. Ti racconto la storia di Unwanted guests, una delle mie ultime foto.

Nelle mie immagini incamero esperienze, sensazioni e porzioni di vita vissuta, il mio quotidiano con i problemi, le gioie e i sogni e questa foto ne è un esempio. Non è nemmeno un segreto che le mie immagini siano di solito dei messaggi o al mondo in generale, o a persone particolari. Mi è successo che una situazione mi stesse particolarmente martellando tanto da avermi fatto nascere un intero scenario che ne rappresentasse simbolicamente l’effetto che stava avendo su di me.

Questa foto rappresenta un’interferenza, un volersi appropriare di un qualcosa che non gli appartiene da parte di “ospiti non invitati”, che, forti della loro natura “prorompente” (gli insetti enormi ne sono una rappresentazione simbolica: sono esseri che molto spesso si insinuano in modo virale e a volte è molto difficile riuscire a liberarsene, inoltre la dimensione abnorme ne rende ancora più difficile l’allontanamento) si fanno strada con prepotenza in ambienti in cui la loro presenza è tutt’altro che gradita. Non descrivo quasi mai le mie fotografie, preferisco dare degli indizi attraverso piccoli testi poetici che a volte accompagnano le mie immagini. Anche questa ne ha uno.

Oh what a fakeness all around.

And all the thieves at your back.

Smiling insincerely, calling you a friend.

All those appropriate advices.

Yes, right time right place.

Switchers, murderers of dreams they are,

All those unwanted guests.

unwanted guests

Progetti per il futuro: Himitsuhana Vs?

Fashion! Sto cercando di sperimentare qualcosa anche nell’ambito moda e glamour. Vorrei creare un connubio tra foto-dipinti e fashion, rappresentare la moda come se fossero stati dei maestri del passato a dipingerla anche perché da sempre mi piacerebbe poter lavorare anche in quest’ambito quindi ultimamente sto costruendo un portfolio da inviare a varie agenzie internazionali.

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Per saperne di più su Himitsuhana: http://www.himitsuhana.com/

Non perdetevi la mostra personale di Himitsuhana “IT’S NOT ABOUT RATIONALITY” che si terrà dal 5 Ottobre al 3 Novembre 2013 a Palazzo Guidobono (Piazza Arzano, Tortona -AL-).

La mostra è a cura di Sofia Sicula ed è presentata da Elena Carrea.

Per saperne di più: clicca QUI 

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